CECILIA CERASTI - OSTEOPATA D.O.

Osteopatia Geriatrica.

Osteopatia per la Terza Età.

Secondo Adnkronos, l’Italia è sempre più vecchia. Quasi un italiano su 4 ha più di 65 anni (24,3%), in crescita a inizio 2024 dal 24% del 2023. In totale si tratta di 14 milioni 358mila persone.

La terza età è un momento significativo in cui si possono manifestare cambiamenti neuro-ormonali e problemi di salute. L'osteopatia può offrire supporto agli anziani, aiutando a gestire i disagi comuni associati all'età. Attraverso un approccio olistico e centrato sul paziente, la terapia osteopatica si propone di migliorare significativamente la qualità della vita delle persone anziane, promuovendo un invecchiamento attivo e sostenibile. Il trattamento delle persone in via di invecchiamento richiede una particolare attenzione che consideri il paziente nella sua interezza, integrando elementi fisici e psicosociali. In questo contesto, il paziente geriatrico rappresenta una realtà complessa, caratterizzata da multimorbosità e polifarmacoterapia, soprattutto oltre i 70 anni. All’interno di questo quadro, la terapia manuale osteopatica (TMO) offre un significativo potenziale terapeutico. L’obiettivo principale è il miglioramento dell’autonomia e della qualità della vita del paziente, lavorando su limitazioni funzionali e disturbi muscoloscheletrici. Attraverso un’attenta valutazione della postura e della deambulazione, l’osteopata può identificare le aree di maggiore difficoltà e adottare tecniche manuali appropriate per alleviare il dolore e migliorare la funzionalità.

Trattamenti osteopatici:
vivere la Terza Età con serenità

Negli anni della Terza Età, il benessere fisico e il mantenimento di una vita attiva diventano fondamentali per preservare la qualità della vita. I trattamenti osteopatici emergono come un valido supporto per gli anziani, contribuendo a conservare tonicità e vitalità, nonché ad alleviare dolori e disagi frequenti che possono compromettere il loro quotidiano. In particolare, di fronte a patologie comuni come artrosi e dolori articolari, l'osteopatia offre un approccio preventivo e curativo, assistendo il corpo nel mantenimento di una postura corretta e nella diminuzione delle tensioni muscolari. Questo intervento mirato non solo aiuta a evitare che le problematiche fisiche diventino debilitanti, ma favorisce anche un invecchiamento attivo e sereno, privo di limitazioni invalidanti.

Disturbi del movimento e del cammino nel anziano.

I disturbi del movimento e in particolare quello dell'equilibrio sono frequenti tra gli anziani e costituiscono rilevanti cause di disabilità e di scadente qualità della vita. Oltre all'età avanzata, l'individuale capacità di movimento dipende da molteplici fattori quali la personalità, il tono dell'umore, lo stato cognitivo, i fattori culturali e socioambientali. I disturbi del movimento e la velocità nel cammino, in particolare, sono ritenuti un buon indice dello stato di salute e correlano con l'individuale attesa di vita. La difficoltà nella deambulazione nell'anziano è la principale causa di caduta e di eventi fratturativi. La comparsa di variazione nel passo (ampiezza, velocità, ondeggiamenti) - importante indicatore di deficit nelle funzioni esecutive e, più in generale, del sistema di controllo del movimento - è anche un significativo e precoce indicatore di decadimento cognitivo e di numerose malattie neurodegenerative. Ciò nonostante, i disturbi del movimento, in generale, sono ampiamente sotto-diagnosticati e le cause sono poco studiate. Il cammino, l'equilibrio e la postura richiedono l'attivazione e l'integrazione di complessi processi che coinvolgono l'intero sistema nervoso e parti dell'apparato muscoloscheletrico. Gruppi di neuroni altamente specializzati nel midollo spinale e nel tronco encefalico generano impulsi ritmici che, mediante i motoneuroni, attivano i muscoli, mentre la corteccia cerebrale integra le informazioni dei sistemi visivo, vestibolare e propriocettivo. L'insieme di queste funzioni permette all'uomo di camminare in posizione eretta e di adattare e coordinare i movimenti per evitare e superare ostacoli. Nel soggetto anziano, a causa del rallentamento dei riflessi posturali e della velocità di integrazione corticale delle informazioni sensoriali, gli ondeggiamenti durante la stazione eretta sono frequenti, con conseguente aumento del rischio di caduta. Con il progredire dell'età l'instabilità e il rallentamento della velocità del cammino concorrono a ridurre il grado di autonomia. Un individuo raggiunge e mantiene una condizione di equilibrio, statico e/o dinamico, tramite la sensibilità propriocettiva. Nel muscolo, nelle capsule articolari, nelle terminazioni tendinee e nella cute sono presenti specifici recettori sensibili alle variazioni della postura del corpo e della pressione su mani e piedi, che inviano i propri segnali a specifiche aree del cervello. Nell anziano la sensibilità propriocettiva può risultare alterata, causando disturbi nel movimento e nel cammino. L’osteopatia per gli anziani offre un supporto significativo per mantenere tonicità e vitalità, affrontando problematiche come rigidità muscolari e articolari che disturbano la capacità di movimento. Con la diminuzione della capacità di adattamento dell’organismo ai cambiamenti legati all'età, è fondamentale rivolgersi a un osteopata ai primi segnali di malessere, per promuovere una migliore funzionalità del sistema muscolo-scheletrico e contenere l’insorgere di sintomi invalidanti.

Funzione respiratoria ottimale con l'Osteopatia.

L'insufficienza respiratoria, indipendentemente dalla sua origine cardiaca o polmonare, rappresenta una condizione clinica che, se non affrontata in modo adeguato, porta a una significativa riduzione della capacità di movimento a causa dell'esauribilità muscolare. Questa situazione si verifica poiché, nel corso del tempo, il deficit respiratorio – spesso manifestazione di malattie polmonari o di condizioni cardiache correlate – contribuisce a un progressivo decremento della massa muscolare. Un aspetto che riguarda anche la forza del muscolo diaframma che si traduce, a sua volta, con una riduzione della capacità respiratoria e della resistenza muscolare . La disfunzione diaframmatica intesa come debolezza può interessare uno o entrambi gli emidiaframmi. Tale dinamica si esprime in limitazioni sempre più importanti nella mobilità e nella qualità della vita del paziente. È quindi fondamentale affrontare il problema con approcci terapeutici mirati, come la riabilitazione respiratoria e il trattamento manuale osteopatico, che si mostrano essere efficaci anche nei pazienti con sintomi lievi o medio-gravi. L'osteopatia, in questo ambito, ha ideato una serie di tecniche specifiche con l’obiettivo di migliorare la funzione respiratoria. Queste tecniche sono attentamente strutturate e si focalizzano su vari aspetti del sistema respiratorio, comprendendo le interazioni tra le componenti muscoloscheletriche, neuronali e linfatiche. L'approccio osteopatico, favorendo un trattamento personalizzato, investiga le necessita individuali, ottimizzando i risultati tramite l’impiego di una sinergia di tecniche diverse che collaborano per raggiungere un effetto terapeutico complessivo. Questa metodologia non solo mira a risolvere problematiche muscoloscheletriche specifiche, ma si pone anche come obiettivo quello di ripristinare una funzione respiratoria efficace, migliorando così la qualità della vita e la mobilità del paziente. In conclusione, sia la riabilitazione respiratoria che l'osteopatia rappresentano risorse fondamentali nella gestione dell'insufficienza respiratoria di origine cardiaca e polmonare. Attraverso un approccio integrato e individualizzato, è possibile affrontare non solo i sintomi respiratori, ma anche le limitazioni motorie indotte dalla perdita di massa muscolare, consentendo ai pazienti di recuperare in parte la loro autonomia e partecipazione alle attività quotidiane.

L'instabilità posturale e dell'equilibrio.

L'instabilità posturale è una condizione molto frequente nell'anziano, si associa a elevata comorbilita e a un crescente rischio di caduta. Per instabilità si intende la precarietà del mantenimento dell'equilibrio sia statico, in posizione eretta assisa, sia dinamico, durante la marcia. L'uomo, infatti, antropologicamente passato dall'appoggio a quattro zampe a quello bipodalico, è da ritenersi una struttura instabile in continuo adattamento per contrapporsi alla forza di gravità e mantenere così il proprio equilibrio. Questo sforzo richiede il coinvolgimento di più apparati e sistemi, sistema nervoso centrale, sistema nervoso periferico, apparato visivo, apparato vestibolare, apparato articolare e muscolotendineo la cui integrità risulta fondamentale per preservarne la solidità. Il controllo della postura si avvale, perciò, della contrazione "tonica" continua dei muscoli antigravitari, in risposta ai segnali provenienti dallo stiramento dei fusi neuromuscolari (propriocezione). Tutto ciò è reso possibile dall'integrazione dei tre seguenti sistemi.

  • Propriocettivo: Si avvale di quattro classi recettoriali (propriocettori) quali i fusi neuromuscolari, gli organi muscolo-tendi-nei del Golgi, i recettori articolari e i recettori cutanei periarticolari; questi propriocettori inviano segnali al sistema nervoso centrale offrendo una mappatura della posizione del corpo e dell'orientamento dei diversi segmenti nello spazio sia in atteggiamento statico sia dinamico. Con l'invecchiamento, non solo si riducono le fibre dei fusi muscolari, compromettendo l'apporto informativo della sensibilità propriocettiva, ma anche i corpuscoli di Pacini e i recettori del Meissner si impoveriscono, comportando una riduzione della sensibilità tattile e vibratoria.

  • Visivo: consente di dettagliare le informazioni della posizione del corpo rispetto a punti di fissazione, migliorando la precisione del controllo posturale. Le informazioni provenienti dalla vista costituiscono un riferimento spaziale che consente un migliore orientamento e una maggiore stabilità del corpo nell'ambiente. Ciò è testimoniato dal fatto che, a occhi chiusi, le oscillazioni dell'asse corporeo aumentano del 30%. Gli aspetti della vista che contribuiscono in gran parte all'orientamento statico e dinamico dei segmenti corporei sono il senso della profondità, il contrasto dei colori e la velocità di adattamento nel passaggio luce-buio e viceversa. Nel processo di invecchiamento, queste capacità vengono indebolite da processi degenerativi che, da una condizione più comune di presbiopia, possono essere inficiati da vere e proprie patologie quali maculopatie, retinopatie, glaucoma ecc. Nella realtà di un soggetto anziano, tutto ciò si traduce in un'errata o in una ritardata percezione dell'ambiente circostante, con incapacità di valutare la presenza di un ostacolo o di calcolarne rapidamente l'altezza.

  • Vestibolare: rappresenta un sistema con minore immediatezza rispetto ai precedenti ma che interviene quando i movimenti del capo superano una certa ampiezza e velocità, rendendo difficile il contributo del sistema visivo. I riflessi oculovestibolare e vestibolospinale consentono di effettuare costantemente correzioni, al fine di migliorare il controllo posturale. Questo sistema subisce, tuttavia, un processo degenerativo con rallentamento o perdita delle connessioni, al punto da aumentare l'esposizione al rischio di caduta.

Nell'instabilità posturale dell'anziano assumono grande importanza i processi degenerativi che riguardano questi ambiti. Il malfunzionamento di uno di questi sistemi/apparati, quindi rende più precario il controllo posturale. I soggetti anziani, infatti, hanno maggiore difficoltà a compensare equilibrio e andatura qualora questi vengano perturbati da stimoli esterni, o debbano fare a meno di una delle informazioni proveniente dai sistemi sopracitati. La componente meccanica di questo circuito è a carico dall'apparato osteo-muscolare, la cui integrità risulta fondamentale affinché la postura, così come l'equilibrio, possano essere preservati. In situazioni di questo tipo, l'osteopatia si rivela una preziosa alleata, capace di alleviare i sintomi associati a patologie cronico-degenerative. Gli osteopati si dedicano a mantenere la tonicità muscolare e l'elasticità dei tessuti, migliorare il metabolismo del apparato articolare e muscolotendineo. Ciò contribuisce a un adattamento più sereno ai cambiamenti fisici legati all'età, permettendo agli anziani di affrontare la vita quotidiana con maggiore energia e vitalità.