CECILIA CERASTI - OSTEOPATA D.O.
Osteopatia e Chirurgia.
Terapia Manuale Osteopatica (TMO) come supporto in fase pre e post operatoria.
La terapia manuale osteopatica (TMO), attiva una stimolazione dell’organismo favorendo la guarigione, l’elasticità e funzionalità tessutale, una adeguata irrorazione sanguigna dei tessuti oltre che un buon drenaggio linfatico che riduce il ristagno di tossine, sempre a vantaggio dei tessuti. Il trattamento osteopatico è anche utile per la gestione di adesioni e aderenze dei piani fasciali risultanti da cicatrici guarite in modo squilibrato. Una cicatrice può creare una “linea di tensione”, per continuità fasciale, alterando la mobilità di zone anche lontane dalla cicatrice stessa. L’osteopata, con tecniche mirate e non invasive, è in grado di individuare e trattare tali tensioni e ripristinare una buona mobilità tissutale e la funzionalità delle strutture coinvolte.
Trattamento Manuale Osteopatico (TMO) dopo un'addominoplastica.
L’addominoplastica con o senza liposuzione è uno dei procedimenti estetici più frequentemente eseguiti al mondo. L’obiettivo è migliorare il contorno del corpo, rimuovendo la pelle e il grasso in eccesso. Dopo un intervento di addominoplastica il TMO è consigliato per aiutare ad accelerare il decorso postoperatorio.
aiuta ad velocizzare il riassorbimento del gonfiore facilitando la guarigione dei tessuti.
aiuta a sciogliere eventuali nodularità sottocutanee, frequentemente presenti nelle aree sottoposte a liposcultura, riducendo la fibrosi
aiuta nella cicatrizzazione prevenendo la formazione di adesioni e aderenze dei piani fasciali
Dopo un'operazione come l’addominoplastica, è normale aspettarsi un certo grado di edema come parte della reazione di guarigione del corpo. Questo edema può persistere anche oltre la fase acuta del recupero, complicando il processo di guarigione. Durante la liposuzione, infatti, il sistema linfatico superficiale può subire danni a causa dei movimenti della cannula, utilizzata per rimuovere il tessuto adiposo. Inoltre, l'alzamento della pelle addominale, insieme all'incisione effettuata, può danneggiare ulteriormente i collettori linfatici, portando a una riduzione dell'efficacia del sistema di drenaggio linfatico. Quando il sistema linfatico non riesce a svolgere la sua funzione, si verifica un accumulo di liquido, noto come linfedema. Questa condizione può amplificare la risposta infiammatoria del tessuto, contribuendo alla fibrosi della pelle e all'ulteriore accumulo di liquidi. Il persistere di questo eccesso di liquido non solo influisce negativamente sul comfort del paziente, ma può anche compromettere la funzione fisica e, di conseguenza, ridurre la qualità della vita. Pertanto, è fondamentale considerare opzioni terapeutiche efficaci durante il periodo di recupero. Un approccio sempre più riconosciuto nel trattamento postoperatorio è la terapia osteopatica manuale. Diversi studi suggeriscono che ricevere un trattamento osteopatico dopo l’addominoplastica può portare a una maggiore riduzione dell’edema rispetto alla sola compressione con la fascia addominale. Questa terapia non invasiva favorisce l'accelerazione dell'eliminazione del liquido in eccesso, riducendo il tempo di recupero del paziente. Con un miglioramento generale nella soddisfazione e nella qualità della vita, l'integrazione di trattamenti osteopatici rappresenta una risorsa preziosa nel percorso di guarigione dopo un intervento di chirurgia plastica estetica come l’addominoplastica.


Osteopatia dopo una Mastopessi e Mastoplastica additiva.
La mastopessi, o lifting del seno, è un intervento chirurgico volto a rimuovere l'eccesso di pelle e a rimodellare il tessuto mammario, al fine di restituire una forma più sollevata e tonica al seno. Durante l'operazione, il chirurgo posiziona il capezzolo, l’areola e la ghiandola mammaria in una posizione più elevata, mentre i lembi cutanei sopra e ai lati dell’areola vengono portati verso il basso e uniti nella parte inferiore. La tecnica impiegata per le incisioni è fondamentale e può variare a seconda della quantità di pelle in eccesso e della gravità della ptosi. Le incisioni possono essere realizzate attorno all'areola, in direzione verticale verso il solco sottomammario, oppure in modo orizzontale lungo il solco stesso. Questa personalizzazione dell'intervento permette al chirurgo di ottenere risultati ottimali in base alle esigenze individuali della paziente. Una volta completata la mastopessi, è possibile eseguire una mastoplastica additiva, che prevede l'inserimento di protesi per migliorare ulteriormente il volume e la forma del seno. Il chirurgo crea una tasca di alloggiamento, nota come tasca periprotesica, dove inserisce le protesi, che possono essere posizionate sotto i muscoli gran pettorali, dietro la ghiandola mammaria, o in un approccio di doppio piano. Dopo l'intervento, il periodo di recupero è particolarmente delicato. I medici raccomandano un riposo adeguato e una cura attenta delle zone operate per favorire una guarigione ottimale. In aggiunta alla cura post-operatoria, molti chirurghi suggeriscono ai pazienti di intraprendere trattamenti osteopatici manuali, finalizzati a ridurre gli effetti collaterali dell'intervento, come gonfiore, rigidità e tensioni tessutali. Avviando tempestivamente un percorso di trattamenti osteopatici, è possibile accelerare il recupero e ottimizzare il processo di guarigione, diminuendo significativamente i disagi e le alterazioni posturali che potrebbero sorgere dopo l'operazione. Questa integrazione di approcci terapeutici migliora l'esperienza complessiva del paziente, contribuendo a un esito estetico e funzionale soddisfacente..
Alcuni disturbi che si possono presentare nel post operatorio durante il recupero sono:
Dolore al seno
Gonfiore ed edema al torace post operatorio
Insorgenza di aderenze cicatriziali e la stessa cicatrice chirurgica
Dismetria della linea mediana tra areole e capezzoli
Dolore alla spalla omolaterale
Implicazione del torace e dolore dorso-toracico
Implicazioni del plesso brachiale con parestesie e disestesie lungo il decorso del plesso stesso
Nei primi tempi dopo un intervento chirurgico di questo tipo, è del tutto normale osservare un leggero edema attorno alla zona operata. Questo gonfiore è parte integrante dei meccanismi fisiologici di guarigione e, col passare delle settimane, tenderà a ridursi progressivamente. La presenza di linfa, un liquido essenziale che scorre nei nostri tessuti, gioca un ruolo cruciale in questo processo. Essa deriva dalla parte liquida del sangue e ha funzioni nutritive, immunitarie, di comunicazione e di pulizia delle scorie cellulari. Anche quando viene posizionato un drenaggio, è comune che la linfa possa accumularsi intorno alla zona operata, il che richiede particolare attenzione.
Inoltre, i punti di sutura superficiali possono talvolta non chiudersi immediatamente, o formare piccole croste, per cui è fondamentale evitare di toccarle e rinviare il bagno o la doccia fino alla completa guarigione della pelle. Il dolore, che può manifestarsi soprattutto al braccio e sul lato del torace, è un altro aspetto con cui ci si deve confrontare in questo periodo. È importante ricordare che i primi movimenti dopo l'intervento devono essere controllati e delicati; dunque, è consigliato non forzare l'uso delle braccia, ma procedere con piccole serie di esercizi quotidiani per favorire la mobilità. Per i mesi successivi, l'uso di indumenti contenitivi e la corretta posizione durante il sonno, magari avvalendosi di cuscini a supporto, possono contribuire notevolmente al comfort durante il recupero.
La cicatrice, che può provocare tensioni scomode, richiede un’adeguata mobilizzazione sin dai primi giorni post-operatori per prevenire retrazioni e garantire che mantenga una lunghezza appropriata. La sua gestione attenta è fondamentale, così come quella dei dolori alla spalla e all’arto superiore, spesso di natura riflessa a causa della vicinanza dei nervi alla zona trattata. Sebbene questi dolori tendano a scomparire spontaneamente, è consigliabile promuovere la mobilizzazione della cicatrice e ripristinare il normale movimento del braccio e della spalla quanto prima.
Durante le settimane che seguono l'intervento, è probabile che anche i movimenti quotidiani subiscano modifiche, alterando l'equilibrio e la postura. Questo cambiamento può portare a dolori muscolari, specialmente nella zona della colonna vertebrale e nella regione cervicale. In questo contesto, l'osteopatia emerge come un valido supporto post-operatorio, offrendo un approccio non invasivo che può alleviare disturbi attraverso tecniche fasciali mirate. L’osteopata lavora sulla cicatrice chirurgica e su eventuali aderenze, aiutando a rendere i tessuti più elastici e scorrevoli, così da facilitare il recupero della mobilità. In tal modo, si persegue non solo un miglioramento fisico ma anche un significativo rafforzamento del benessere generale del paziente.


Lifting: Benefici dei Trattamenti Manuali Post-Operatori
Il lifting rappresenta una delle soluzioni più apprezzate per chi desidera ridonare giovinezza e bellezza al proprio volto. Tuttavia, nonostante i risultati straordinari che un intervento di lifting può offrire, è fondamentale considerare anche la fase post-operatoria, in particolare l'importanza dei trattamenti manuali post-operatori (TMPO). Durante l'operazione di lifting, i chirurghi manipolano i tessuti cutanei per rimuovere l’eccesso di pelle e ripristinare la definizione dei contorni del viso. Questa manipolazione inevitabilmente causa lividi e gonfiore, inizialmente estesi su tutto il volto, ma che tendono a concentrarsi soprattutto nella zona della mascella e del collo. Ogni paziente reagisce in modo diverso a questi effetti, e l’intensità di lividi e gonfiore può variare notevolmente. Inoltre, le incisioni e gli scollamenti creati durante l'intervento possono interrompere temporaneamente il sistema linfatico del viso. Questo può comportare complicazioni quali gonfiore e una spiacevole sensazione di tensione cutanea. Diventa, quindi, essenziale stimolare la ricostruzione di nuovi canali linfatici affinché l’organismo possa riprendersi in modo efficace. Una volta rimossa la guaina compressiva nei giorni successivi all'intervento, è possibile che il viso appaia ancora gonfio e caratterizzato da edema. È in questo contesto che i trattamenti manuali post-operatori assumono un'importanza cruciale: essi rappresentano circa il 40% del risultato finale del lifting. Questo tipo di manipolazione combina tecniche di massaggio linfatico e modellante, basate su movimenti delicati delle fasce muscolari. Le tecniche sono eseguite in modo totalmente manuale, seguendo un movimento che facilita il drenaggio dei tessuti e stimola la circolazione sanguigna e linfatica. Grazie a questi trattamenti, è possibile notare subito risultati visibili un viso meno gonfio e ridefinito. I trattamenti manuali post-operatori offrono diversi vantaggi significativi, tra cui:
Stimolazione della Funzione Linfonodale: Aiutando il sistema linfatico a ripristinare la sua funzionalità, si favorisce un rapido recupero.
Drenaggio dei Liquidi in Eccesso: Riducendo il rischio di edema e gonfiore persistente.
Riduzione del Dolore: Alleviando le sensazioni di disagio dopo l'intervento.
Accelerazione del Processo di Guarigione: Promuovendo una riparazione più rapida dei tessuti.
Rilassamento Muscolare: Grazie all'azione rilassante del massaggio, si attenua la tensione muscolare e si migliora il benessere generale.
Stimolo del Sistema Immunitario: Favorendo una risposta più efficiente dell'organismo durante la fase di recupero.
Miglioramento della Circolazione: Garantendo una migliore ossigenazione delle cellule e un nutrimento adeguato ai tessuti.
Per ottenere i massimi benefici dai trattamenti manuali post-operatori, è consigliabile che i pazienti inizino le sedute di massaggio almeno 5-7 giorni dopo l'intervento. Questo timing permette di garantire che si ottimizzino i risultati finali facilitando una guarigione senza intoppi.I trattamenti manuali osteopatici post-operatori si rivelano fondamentali nel garantire una convalescenza serena e un aspetto rinnovato, realizzando pienamente l'obiettivo di ritrovare un volto giovane e radioso.


Trattamento e gestione delle cicatrici
Le cicatrici, sintomo tangibile di un processo di guarigione, rappresentano un tessuto fibroso che si forma come risposta del corpo a una lesione. Questo fenomeno non è solo una questione estetica, ma un aspetto complesso del recupero fisico. Nella loro formazione, il corpo attraversa un processo di guarigione articolato che può richiedere fino a tre anni e comprende quattro fasi principali: omeostasi, infiammazione, proliferazione e rimodellamento. Le cicatrici possono essere distinte in patologiche e non patologiche, con un'evoluzione che varia notevolmente da paziente a paziente in base a fattori endogeni, come la genetica, l’anagrafica e l'età, ed esogeni, come l'esposizione al sole, la professione e lo stile di vita. In generale, una cicatrice normale si presenta con un processo di guarigione conforme, risultando liscia e di colorito chiaro. Al contrario, le cicatrici immature si presentano di un colore rosso e possono essere pruriginose o dolorose. È importante notare che sebbene molte cicatrici immature tendano a normalizzarsi col tempo, alcune possono persistere in una condizione di colore anomalo.Le cicatrici ipertrofiche e i cheloidi rappresentano condizioni patologiche. Le cicatrici ipertrofiche si sviluppano oltre i limiti della ferita originale senza superarla e frequentemente derivano da infiammazioni prolungate o da una tensione eccessiva sulla ferita durante la guarigione. I cheloidi, d'altra parte, si espandono oltre i confini della ferita e non tendono a regressione spontanea. L’eziologia non è completamente chiara, è evidente che fattori di crescita, come il TGF-b, svolgono un ruolo cruciale nella loro formazione. Le cicatrici atrofiche, invece, si presentano come depressioni della pelle, causate da un'alterazione nello sviluppo del tessuto connettivo, solitamente dovuta a carenze di collagene. Anche le aderenze cicatriziali, che possono collegare aree anatomiche normalmente non correlate, sono importanti da considerare, poiché possono causare disturbi durante la fase di recupero post-operatorio ed influire sulla funzionalità e creare dolore.La prevenzione è il miglior approccio terapeutico. Un trattamento precoce delle cicatrici immature può ridurre il rischio di esiti ipertrofici e migliorare la qualità estetica e funzionale. Quando la cicatrice è ancora immatura e l’epitelio sovrastante è intatto, i trattamenti manuali, possono migliorare l’aspetto estetico e aumentarne la duttilità attraverso la rottura meccanica del tessuto fibrotico. Mentre in casi più gravi, può essere necessario l’intervento chirurgico. Il trattamento osteopatico è particolarmente utile per affrontare le aderenze cicatriziali. Questi sottili fasci di tessuto fibroso possono limitare la mobilità, causando potenziali disfunzioni muscolo-scheletriche. Un approccio osteopatico mirato, che include tecniche di mobilizzazione e rilascio miofasciale, si propone non solo di migliorare l'estetica ma anche di alleviare i dolori muscolari associati alle cicatrici.
Al di là degli aspetti estetici di una cicatrice le adesioni e le aderenze tra i piani muscolari, cutanei e fasciali possono creare dei disturbi di tipo meccanico e sfociare in disfunzioni muscolo-scheletriche più profonde, rendendo necessario affrontare non solo l'aspetto estetico ma anche i potenziali dolori muscolari associati che richiedono di essere trattati con manipolazioni specifiche. In questo ambito, l’osteopatia offre un approccio terapeutico interessante. L’osteopatia, infatti, lavora manualmente sulla cicatrice e sulle aderenze fasciali, cercando di ridurre le limitazioni e aumentare la mobilità dell'area interessata. Lo scopo è rendere i tessuti più elastici, scorrevoli e flessibili, ripristinando la corretta movimentazione tra i vari strati di tessuto. Inoltre, le cicatrici possono causare disfunzioni muscolo-scheletriche più profonde, rendendo necessario affrontare non solo l'aspetto estetico ma anche i potenziali dolori muscolari associati. Un approccio osteopatico ben mirato, che include tecniche di mobilizzazione e rilascio miofasciale, può alleviare i fastidi post-operatori e migliorare la funzionalità generale del corpo del paziente.


CECILIA CERASTI
D.O. MROI 5091 (Registro Osteopati Italia)
Partita IVA 02671250344
Sede legale: via Martiri della Liberazione 116, 43126 PR
inscrizione n.5091 Registro Osteopati Italia (ROI)
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